Se fai parte della catena di fornitura di materiali elettrici, dalla produzione alla distribuzione, è di tuo interesse informarti sulla direttiva bassa tensione e sul regolamento CPR. In questo articolo ti spieghiamo con chiarezza a cosa fanno riferimento entrambe le legislazioni.
Andiamo con ordine, partiamo dalla direttiva sulla bassa tensione.
Direttiva Cavi Bassa Tensione
La direttiva sulla bassa tensione (2014/35/UE) è una legislazione dell’Unione Europea che disciplina i requisiti di sicurezza per i cavi elettrici fabbricati secondo gli standard armonizzati europei con una tensione nominale da 50 V a 1000 V per corrente alternata (CA) e da 75 V a 1500 V per corrente continua (CC ). Quest’ultima direttiva sulla bassa tensione del 2014/35/UE sostituisce quello del 2006/95/UE ed è obbligatoria dall’aprile 2016.
I requisiti, rivisti ai sensi dei regolamenti delle apparecchiature elettriche, pongono degli obblighi di sicurezza lungo tutta la catena di fornitura – che comprende produttori, importatori, distributori e grossisti.
Quali sono le responsabilità dei produttori?
I produttori sono responsabili della progettazione e della produzione di materiali conformi alla direttiva sulla bassa tensione.
La direttiva include quattro responsabilità per i produttori:
- Creare prodotti sicuri: il rischio che il prodotto causi la morte o lesioni personali o danni alla proprietà deve essere minimo;
- Costruire prodotti secondo le regole ingegneristiche in materia di sicurezza;
- Progettare e costruire prodotti per garantire la protezione contro le scosse elettriche tramite messa a terra di protezione e doppio isolamento;
- Progettare e costruire in conformità con gli elementi principali degli obiettivi di sicurezza.
I requisiti di conformità per la direttiva sulla bassa tensione includono la marcatura CE, che indica che il cavo soddisfa tutti i requisiti legali e sicurezza pertinenti.
Una Dichiarazione di conformità CE è una dichiarazione scritta da parte del produttore che certifica l’idoneità di un’apparecchiatura alla direttiva sulla bassa tensione. In più, la Dichiarazione di conformità CE identifica il produttore o il rappresentante autorizzato, descrive l’apparecchiatura, specifica gli standard armonizzati e include l’anno in cui l’apparecchiatura è stata marcata CE.
I cavi devono inoltre recare contrassegni della guaina che identifichino il produttore, così da facilitare la tracciabilità della catena di fornitura.
La direttiva sulla bassa tensione richiede una vasta gamma di documentazione tecnica per affermare che il componente elettrico è idoneo alla vendita sul mercato europeo.
Cosa comprende la documentazione tecnica?
Innanzitutto, è necessario includere una descrizione dell’attrezzatura e aggiungere informazioni sul suo design, su come è fabbricata e su come deve essere utilizzata.
È buona norma allegare anche una scheda con le procedure di produzione dettagliate, che possono essere utilizzate per confermare che l’apparecchiatura è conforme ai requisiti di sicurezza della direttiva.
Al fine di soddisfare i requisiti di cui sopra, questa documentazione può includere anche:
- progetti concettuali;
- schemi di componenti;
- descrizioni pertinenti;
- elenchi di norme applicate;
- dettagli delle soluzioni utilizzate per soddisfare i requisiti di sicurezza e rapporti di prova.
Quali sono i prodotti che rientrano nell’ambito della direttiva?
Il campo di applicazione della direttiva comprende sia il materiale elettrico destinato ad essere incorporato in altre apparecchiature, sia il materiale destinato ad essere utilizzato direttamente, senza essere incorporato.
Ecco alcuni esempi:
- Prese di corrente 230 V per uso domestico;
- Spine e prese per apparecchi di illuminazione per uso domestico;
- Cavi e componenti;
- Set di prolunghe con spina, cavo e presa;
- Set di cavi e set di cavi di interconnessione con spina, cavo, set di cavi;
- Adattatori da viaggio multipli;
- Adattatori multipli da viaggio con alimentazione (ad es. caricabatterie per telefoni cellulari);
- Prodotto con spina e/o prese integrate a 230V per uso domestico (es. caricabatterie per cellulari, luci notturne);
- Interruttori per uso domestico e impianti elettrici fissi simili;
- Rilevatori di tensione.
Le autorità nazionali hanno il compito di garantire la conformità e impedire che cavi contraffatti e non conformi entrino nella più ampia catena di fornitura.
Passiamo ora alla seconda normativa, quella che riguarda il Regolamento dei Prodotti da Costruzione, detta anche Regolamento CPR.
Che cos’è il Regolamento CPR?
Si tratta di un’importante normativa europea che definisce i requisiti base che tutti i prodotti progettati per essere installati in maniera permanente in opere di costruzione devono soddisfare nell’ambito di applicazione dell’UE.
Il Regolamento CPR riguarda tutti i prodotti da costruzione, compresi i cavi elettrici, classificandoli in base alla loro reazione al fuoco. I prodotti sono testati e certificati con una classificazione della Euroclasse che va da A a F a seconda delle loro caratteristiche di reazione al fuoco.
Lo scopo è creare uno standard di prodotti armonizzati e un linguaggio comune in tutta Europa e aiutare gli acquirenti a scegliere i prodotti in modo più consapevole.
Va ricordato che mentre il regolamento è obbligatorio per tutti i paesi europei, il requisito minimo per le classificazioni CPR Euro può variare da paese a paese. Alcuni paesi hanno implementato una classificazione minima, altri hanno adottato un approccio di valutazione del rischio.
La conformità al regolamento CPR è obbligatoria e ha implicazioni lungo tutta la catena di approvvigionamento, ma anche qui la maggior parte delle responsabilità ricade su produttori, importatori e distributori. Queste categorie hanno l’obbligo legale di garantire che si tratti di materiali conformi CPR immessi sul mercato dal 1° luglio in poi, oltre a rispettare gli altri standard e regolamenti che i prodotti devono soddisfare.
Come riconoscere un prodotto conforme al CPR
Anche in questo caso, l’etichettatura CE è il modo più rapido per identificare un prodotto conforme alla normativa CPR.
La marcatura CE, infatti, è già un requisito legale, ma adesso deve contenere informazioni aggiuntive per favorire la tracciabilità, inclusa la classificazione CPR. Le etichette CE possono trovarsi sul prodotto o sul suo imballaggio.
L’acquirente finale ha la responsabilità di verificare che l’etichettatura CE sia presente sul prodotto o sull’imballaggio e di verificare che sia presente una classificazione CPR.